Biografia

Gillo Dorfles

Massimo Mariano nasce a Montecassiano, splendido borgo antico in provincia di Macerata, dove vive e lavora tuttora, alternando l’attività a numerosi viaggi all’estero. La sua giovinezza è caratterizzata dai difficili rapporti con una famiglia troppo opprimente, sempre pronta a frustarne una sensibilità che a occhi esterni e provinciali poteva sembrare eccessiva.
L’incomprensione familiare provoca in Mariano uno stato di forte ansietà con conseguenze anche di carattere psichiatrico, portandolo a cercare precocemente luoghi e situazioni più gratificanti di quanto non potesse offrirgli il contesto domestico. Studia in modo irregolare, cambia lavori in continuazione, oscillando fra il desiderio di essere accettato e quello di affermare la propria personalità; soprattutto viaggia, fra l’Europa e l’America, accumulando, attraverso gli spostamenti da Montecassiano, intense esperienze di vita che lo segnano nel profondo e lo fanno sentire cittadino del mondo, anche quando costretto a fare il clochard. E’ proprio durante uno dei suoi soggiorni a Parigi che inizia a eseguire i primi schizzi, dedicati alla popstar che nel tempo continuerà a essere un costante riferimento di Mariano, l’adorata Madonna, ai quali seguono presto disegni provinciali poteva sembrare eccessiva. L’incomprensione familiare provoca in Mariano uno stato di forte ansietà con conseguenze anche di carattere psichiatrico, portandolo a cercare precocemente luoghi e situazioni più gratificanti di quanto non potesse offrirgli il contesto domestico. Studia in modo irregolare, cambia lavori in continuazione, oscillando fra il desiderio di essere accettato e quello di affermare la propria personalità; soprattutto viaggia, fra l’Europa e l’America, accumulando, attraverso gli spostamenti da Montecassiano, intense esperienze di vita che lo segnano nel profondo e lo fanno sentire cittadino del mondo, anche quando costretto a fare il clochard.

 

E’ proprio durante uno dei suoi soggiorni a Parigi che inizia a eseguire i primi schizzi, dedicati alla popstar che nel tempo continuerà a essere un costante riferimento di Mariano, l’adorata Madonna, ai quali seguono presto disegni e dipinti compiuti. Sono opere alimentate dal forte bisogno di dare sfogo espressivo alla sua inquietudine interiore, realizzate senza alcuna specifica formazione tecnica, salvo quanto Mariano aveva imparato dagli studi adolescenziali presso la Scuola d’Arte, presto abbandonati.
Quando Mariano, fortificato dai viaggi e dagli interessi culturali che nel frattempo stava sviluppando, torna a Montecassiano, ha guadagnato una nuova consapevolezza di sé che lo porta a emanciparsi ulteriormente dalla famiglia e dalle cure psichiatriche, favorito in ciò anche da un favorevole lascito ereditario che gli permette di vivere, finalmente, in una casa propria. Ha modo, così, di dedicarsi all’arte come mai aveva potuto fare prima, alla pittura innanzitutto, ma anche alla scultura, alla poesia e alla musica, secondo una concezione totale dell’espressione che non pone limiti alla sua prorompente voglia di comunicare.
L’arte rimane comunque un rifugio intimo, fino a quando, durante una visita notturna di Vittorio Sgarbi a Montecassiano, Mariano no vince la sua timidezza e si presenta a lui, convincendolo a seguirlo nel suo studio. Sgarbi rimane impressionato dall’istintività e dall’originalità creativa di Mariano, da lui subito definito un ‘nuovo Ligabue’.

 

Il parallelo con il più celebre artista emiliano, per quanto generico, vista la notevole diversità delle singole vicende, non solo per quanto riguarda gli esiti artistici, è la propizia formula critica che accompagna i primi successi di rilievo conseguiti da Mariano. La sua pittura, con una matrice espressionista d’impronta brut, abbina la virulenza di una componente cromatica pastosa, dai contrasti marcati, a un’estrema varietà di tracciati segnici e soluzioni compositive, che dall’iniziale primitivismo popolare si muove progressivamente verso orizzonti figurativi sempre più sofisticati. La natura e il paesaggio, promesse di conciliazione con il mondo, sono temi assai sentiti da Mariano, ma Madonna, con la cui immagine stabilisce un esclusivo rapporto di proiezione psicologica, rimane la sua musa prediletta, ossessiva e maniacale nel suo essere identificata come nume tutelare dell’artista, costituendo per lui un inesauribile motivo d’ispirazione. La determinazione di Mariano è stata tale da far sapere del suo culto anche alla diretta interessata, la quale, benignamente, ha accettato di possedere qualche opera realizzata dall’inconsueto “sacerdote” marchigiano. L’incontro non ha peraltro esaurito lo slancio emotivo di Mariano per il mito di Madonna, arricchendo, anzi, lo sfondo mistico della personale idolatria, in una curiosa commistione, anche nominale, fra sacro e profano.
L’intento non è dissacratorio, tutt’altro. La genuina religiosità di Mariano, diretta, indifferente ai rituali canonici, è riflessa in particolare nei suoi versi, raccolti in cinque libri differenti lungo un periodo di due soli anni, che ricercano la pace interiore attraverso la percezione di una verità assoluta. Mariano si avvicina a Dio per trovare fra le sue braccia il porto sicuro con cui compensare l’affetto negato durante l’infanzia e la gioventù. Nel suo anelito all’immensità del divino e alla certezza della luce, Mariano si spoglia della maturità conseguita e ritorna bambino, bisognoso di consolazione e serenità. La vita terrena non è annullata in quella spirituale, trapela nei ricordi indelebili del conflitto familiare, nella voglia perenne di ribellione, fuori dagli schemi e dalle convenzioni. “L’arte per me è un avvicinarsi a Dio, alla verità che è scritta da sempre dentro di noi”, confida.
Con i primi riconoscimenti, arrivano anche le prime significative esposizioni artistiche di Mariano, da Milano (Palazzo Reale) a Venezia (Biennale), da Barcellona (Accademia d’Arte Moderna) a Cannes (Biennale Internazionale Hermitage Du Riou Manelieu). Negli Stati Uniti le sue opere sono state allestite all’ArtExpo di New York e alla Galleria Art Leader di Miami.

 

Di Mariano si sono occupati importanti quotidiani e periodici come Il Giornale dell’Arte, il Corriere della Sera, Repubblica, l’Espresso, Il Giornale, Libero, il Corriere Adriatico, il Corriere di Roma, La Nazione, Il Mattino, Il Messaggero, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Resto del Carlino e molti altri. Tra i giornali stranieri che hanno pubblicato recensioni delle sue mostre, Le Monde, Le Figaro, El Mundo, El Paìs, il New York Times e il Corriere del Ticino.

 

Ma la storia migliore di Massimo Mariano, ne siamo certi, è ancora tutta da scrivere.

 

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